L’indagine condotta da Webboh lab ha analizzato in modo approfondito l’immaginario psicografico dei giovani italiani nell’utilizzo dei social network, offrendo uno sguardo dettagliato delle motivazioni, dei valori e delle percezioni che guidano l’interazione dei giovani con le piattaforme digitali.

Sono stati raccolti complessivamente 24.676 questionari in meno di 48 ore, coinvolgendo attivamente ragazzi compresi nella fascia d’età compresa tra i 12 e i 20 anni.

La ricerca ci rivela che non esiste un’unica Generazione Z, perché è formata da cluster di persone che interagiscono con i social in maniera differente.

Dall’analisi dei dati sono emersi 5 diversi profili di giovani che si approcciano in maniera diversa ai social e allo smartphone:

Creative Explorer (18%)

Giovane attivo sui social media, esplora interessi, promuove cause sociali, e condivide creatività. Stile di vita attivo, con genitori ottimisti, vivono in città medio-grandi.

Social Soul (14%)

Giovane social media enthusiast, promuove cause sociali e condivide creatività. Vive in città di medie dimensioni con genitori laureati. Mostra interesse per moda, beauty, shopping con amici, volontariato, pratica religiosa e cucina creativa.

Meme Maestro (40%)

Giovane social media enthusiast, si diverte con meme e intrattenimento, scopre nuove tendenze e condivide la propria vita. Vive su tutto il territorio nazionale, segue moda e beauty, ma si annoia più della media.

Digital Dreamer (11%)

Giovane che usa i social media per creare una identità online diversa, seguire idoli e promuovere cause sociali. Trova supporto, scopre nuovi interessi e rimane aggiornato sui trend. Vive in città medio-grandi, con uno stile di vita poco attivo, ma acquista frequentemente online.

Like Lover (17%)

Giovane social media enthusiast, cerca gratificazione attraverso like e apprezzamenti, costruendo un’identità online separata dalla realtà. Vive in città piccole o grandi, con uno stile di vita passivo e una maggiore propensione a seguire tendenze di moda e beauty. Con genitori laureati, non soddisfatto della situazione economica, si annoia a volte e non partecipa a eventi musicali o sportivi

Dalla ricerca emerge la contraddizione che i giovani si sentono indipendenti nelle scelte, nonostante si rendano conto di essere facilmente influenzabili. Reputano imprescindibile l’uso del telefono e dei social, ma si sfata il mito che senza si sentirebbero soli: da una scala da 1 (per niente) a 10 (massimo), infatti, il timore della solitudine ha ottenuto un punteggio di 4.39 ed è uno degli ultimi marker per importanza (i voti più alti li hanno ottenuti “Mi annoierei” 7,37, e “Sarei più produttivo”, 6,92).

Senza social la Gen-Z sentirebbe la mancanza di WhatsApp e Instagram (seguono TikTok e YouTube), mentre non soffrirebbero l’assenza di Facebook, ultimo dietro a Twitch, Discord e X.