Come vivono i giovani italiani il denaro nell’era digitale? Si fidano dei pagamenti via app? Temono truffe? Sentono ancora “il valore” dei soldi che non passano dalle mani?

A queste domande risponde l’indagine “Touch, Pay, Trust” realizzata da Webboh LAB e Sylla, su un campione nazionale di circa 4000 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 19 anni (i cosiddetti ExpoTeens), rappresentativo per età, genere e area geografica, generato congiuntamente dalla community Webboh e dal panel Webboh-LAB.

Dall’indagine emerge che la Gen Zi vive il denaro come strumento di libertà, indipendenza e realizzazione personale, con forte attenzione a risparmio e educazione finanziaria.

La famiglia, l’istruzione e il contesto sociale modellano le attitudini, mentre i pagamenti digitali rappresentano opportunità di autonomia, ma anche un ambito che richiede attenzione e prudenza per ragioni di sicurezza digitale.

Guardando al futuro, le nuove generazioni immaginano un mondo finanziario smart, invisibile e integrato, con un chiaro desiderio di controllo e autonomia personale.

Responsabilità e realizzazione: il significato del denaro

I giovani percepiscono il denaro soprattutto come responsabilità (8,6/10) e come strumento per realizzare i propri sogni (8,2/10).

La libertà associata al denaro ottiene un voto medio di 7,0/10, mentre il potere e il divertimento sono meno rilevanti (6,6 e 6,5). Solo 3,6/10 è il voto per la visione del denaro come un mezzo per mostrare chi sei agli altri.

Risparmio e investimento: consapevolezza e voglia di imparare

Il risparmio ha un ruolo centrale: i ragazzi preferiscono risparmiare anziché spendere subito (7,2/10), e vedono il risparmio come strumento per realizzare progetti personali (8,3/10).

L’investimento è percepito come utile (7,1/10) e i giovani vorrebbero ricevere maggiore educazione finanziaria per capire come funziona (7,5/10).

Pagamenti digitali e sicurezza: tra comodità e attenzione

I pagamenti digitali sono apprezzati soprattutto per la velocità (7,8/10) e per la comodità (6,9/10), ma cresce l’attenzione alla sicurezza online (7,1/10) e alla protezione dei dati personali (9,5/10).

Quando si parla di soldi online, il 28% dei giovani dichiara di fidarsi solo di sé stesso, mentre il 45% si affida soprattutto ai genitori. Tuttavia un consistente 16% di ragazzi dichiara di fidarsi soprattutto delle banche tradizionali.

Scambio generazionale: il ruolo della famiglia

Il rapporto con i familiari è centrale: circa il 40% dei giovani afferma di usare con una discreta frequenza la carta o il bancomat di un familiare, mentre il 62% si sente responsabile quando aiuta la nonna a fare un pagamento online.

In quasi la metà dei casi (49%) sono i genitori a insegnare l’uso delle app di pagamento, ma il 30% impara autonomamente “smanettando”.

Visione del futuro: pagamenti invisibili e smart

I giovani immaginano i pagamenti tra 10 anni come invisibili (38%), con solo il 4% che pensa a un ritorno ai contanti.

Sul tema del denaro digitale, il 40% adotta il motto “Fidarsi è bene, ma sono più tranquillo se metto il PIN”, mentre il 30% afferma “Il denaro non è tutto, ma decido io come usarlo”.

Sei modi di vivere il denaro digitale

La cluster analysis ha individuato sei profili psicografici, che rappresentano i diversi modi con cui la Gen Z più giovane interpreta fiducia, controllo e innovazione nei pagamenti:

  • Cashless Convinti (20,5%) – vivono già senza contanti; l’87% paga con smartphone.
  • Tradizionalisti Distaccati (27,6%) – usano carte fisiche, ma senza diffidenza.
  • Guardiani del Contante (19,6%) – temono furti online, cercano controllo.
  • Cercatori di Fiducia Digitale (16,3%) – chiedono trasparenza alle banche.
  • Fiduciosi Istituzionali (8,5%) – credono nella sicurezza del sistema bancario.
  • Digitali Disinvolti (7,5%) – usano app senza preoccuparsi troppo.

Tra fiducia e cautela, il 70% si muove nel digitale chiedendo sicurezza e trasparenza.

Quasi metà della Gen Z più giovane si muove tra prudenza e fiducia razionale: i Tradizionalisti Distaccati e i Cercatori di Fiducia Digitale incarnano il cuore moderato del sistema, più attento alla trasparenza che all’innovazione.

Ai due estremi si oppongono i Guardiani del Contante, che vivono il digitale come minaccia alla sicurezza personale, e i Cashless Convinti, che hanno ormai interiorizzato la logica del “touch” come linguaggio naturale del denaro. In mezzo emergono due minoranze interessanti: i Digitali Disinvolti, spontanei ma superficiali, e i Fiduciosi Istituzionali, che incarnano la fiducia sistemica e l’equilibrio tra tecnologia e stabilità.
Nel complesso, la GenZ più giovane non è divisa tra chi si fida e chi no, ma tra modi diversi di dare senso alla fiducia: dal bisogno di controllo alla leggerezza automatica del gesto digitale.

Un giovane su cinque è già completamente aderente al concetto di cashless, ma oltre un quarto resta legato ai contanti come forma di controllo psicologico.

Tra questi due estremi vive la maggioranza prudente della Gen Z più giovane, gli ExpoTeens, che si muove nel digitale chiedendo sicurezza e trasparenza.